Multiplayer.it ha avuto l'ennessima occasione di provare Age Of Conan, questa volta alla Game Developers Conference nella sua forma più definitiva. Ecco l'articolo nella sua interezza:
Dopo averlo visto e averne parlato da almeno un paio di Paesi diversi, compresa la nativa Norvegia, Age of Conan si è mostrato un'ultima volta alla Game Developers Conference 2008, prima dell'uscita della versione PC fissata per il prossimo 20 maggio. L'occasione si è innanzitutto rivelata valida per chiarire un paio di punti ancora oscuri: il rilascio su Xbox 360 includerà dei contenuti inediti e non avverrà con ogni probabilità entro l'anno, mentre la discussione relativa al sistema di controllo e le difficoltà nell'implementare tutti i comandi anche sul pad, erano da riferirsi alla certificazione Games fof Windows, di cui il titolo si avvale e che non è certo possa soddisfare anche sotto questo punto di vista.
La presentazione ha avuto come oggetto alcune parti inedite del gioco e per questo interessanti nell'ottica di raccontare differenti esperienze garantite dal titolo FunCom, piuttosto che nel descrivere le già trattate meccaniche di base.
Si sono potuti apprezzare i primissimi minuti dopo la creazione del personaggio, facenti parte della decina di ore che compongono la modalità single player e segnati da una missione che prevede il salvataggio di una povera fanciulla in difficoltà, oltre alla sconfitta di una tribù all'interno delle mura di un'antica città in rovina. Nulla di rivoluzionario ma più che sufficiente a mostrare come il livello tecnico raggiunto sia superiore a quello di qualsiasi altro gioco paragonabile: la foresta è ricchissima di piante, arbusti, fiori e liane, per un dettaglio medio davvero impressionante. Lode quindi al Dream World Engine, che renderizza con la stessa maestria una spiaggia bagnata dalle acque ed un vulcano in piena eruzione, rendendo entrambi parimente esplorabili.
Dall'inizio alla fine, dai primi passi nel nuovo mondo offerto da Age of Conan, con le sue violenze e i suoi eccessi, ad un dungeon di livello 80 creato per essere affrontato da sei giocatori ben affiatati. Il setting era quello di un tempio su più piani, che via via scendendo sotto terra rivelava creature dall'aspetto mostruoso ed una strana struttura labirintica che culminava in un'enorme salone. La grande capacità era in questo caso quella di assicurarsi che l'utente perda ogni momento di più la speranza di tornare all'esterno, facendogli smarrire tutti i riferimenti e lasciandogli la sola speranza che sia un evento capovolgente a rimetterlo in carreggiata. Chi scrive ha giocato questo spezzone di end game nei panni del classico tank, rilevando come questo genere di personaggio finisca per vivere un'esperienza molto simile ad un gioco d'azione, potendo inoltre contare su un sistema di parata che permette di modificare la propria posizione del corpo e coprire maggiormente certe parti rispetto che altre.
Un sensibile miglioramento si è anche visto quando è stata rapidamente mostrata la creazione di una città, che ora si vede costruire in modo fluido e in tutta la sua grandezza, senza i fastidiosi rallentamenti che in altre occasioni facevano capolino di tanto in tanto.
Infine i combattimenti in sella, già descritti ma ora esplicitamente mostrati nelle loro più importanti manifestazioni: il cavallo, con la sua velocità e gli attacchi da poter sferrare sia davanti che dietro, l'elefante, lento ma potente e con la possibilità di direzionare le zanne, e infine il rinoceronte, un misto estremamente bilanciato dei primi due.
Moltissimi aspetti diversi per un singolo MMORPG che, questa volta per davvero, si può candidare ad essere quello che trainerà il – o un - rinnovamento del genere.
Da Multiplayer.it
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